Luciano BRONZI
CARLINO e MARIA LA LONGA erano due bravi ragazzi.
Un giorno che CARLINO aveva voglia di GEMONA, disse a MARIA LA LONGA (che era un bel AMPEZZO DI FAGAGNA): andiamo un ATTIMIS nella mia VILLA SANTINA che ti faccio vedere il TRAMONTI DI SOPRA.
MARIA LA LONGA rispose: vengo nella tua CASARSA, ma solo per un AZZANO DECIMO di secondo.
Presero dunque un TOLMEZZO pubblico, attraversarono un FIUMICELLO ed arrivarano al PALAZZOLO.
A quel punto MARIA LA LONGA prese per PRADAMANO il suo CARLINO, gli diede un BARCIS sulla bocca e lo condusse sul BORDANO del PRATO CARNICO e gli sussurrò accarezzandogli il BICINICCO : bel MORUZZO, sono tutta BAGNARIA ARSIA di desiderio.
Allora CARLINO le SOCCHIEVE la TAIPANA dicendo: io sono un MANIAGO ma tu sei una PORCIA!
Le TOLMEZZO le mutande, tirò fuori l' ERTO CASSO inserendolo nella TORVISCOSA STREGNA.
Sei CHIUSAFORTE, disse CARLINO, ma ora ti VERZEGNIS ben io.
Intanto MARIA LA LONGA strillava come un'AQUILEIA gridando: ce l'hai TREPPO GRANDE, sei troppo ROVEREDO, ti prego FLAIBANO che c'è più gusto!
Ora, disse CARLINO, te lo metto allora nel SEDEGLIANO. NIMIS urlò MARIA LA LONGA; questo è OSOPPO, mi fai troppo MALBORGHETTO.
Sei un MAIANO. MORTEGLIANO te e tutti i tuoi parenti.
E tu sei una MUZZANA, una REANA e BUDOIA, le gridò CARLINO, poi preso da una grande LESTIZZA disse: ecco, ora ha il CAVAZZO MOGGIO e l'AMARO in bocca.